Patriota e scrittore italiano. Entrato nella società segreta degli Adelfi
(1815), nel 1821 fu uno dei dirigenti del moto insurrezionale del biellese,
fallito il quale fu condannato a morte in contumacia. Emigrò dapprima in
Svizzera, poi a Parigi, in Spagna (1836), ancora in Francia (1838), fino a
quando un'amnistia emanata nel 1842 gli permise di rientrare in Piemonte.
Durante l'esilio
M. fu sostenitore di una soluzione
monarchico-costituzionale del problema dell'unità d'Italia e
auspicò che l'Austria, ottenuto un maggior spazio vitale in Oriente tra
le popolazioni slave, concedesse, attraverso opportune operazioni da condurre a
livello diplomatico, l'indipendenza a quegli Stati della penisola italiana che
le fossero direttamente o indirettamente soggetti. Tra le sue opere, scritte
tutte in lingua francese, ricordiamo:
Indipendenza dell'Italia (1830),
La repubblica considerata in rapporto all'Italia (1834),
L'Italia.
Quello che deve fare per figurare finalmente fra le nazioni indipendenti e
libere (1838) (Biella 1772-1851).